
Unghia incarnita: come si è evoluta l’operazione chirurgica nel corso del tempo
Capita a tutti nella vita di incorrere in un’ unghia incarnita, un problema fastidioso, in alcuni casi doloroso, ma dopotutto semplice da risolvere. In realtà è importante sottolineare che non è sempre così semplice da risolvere. L’unghia incarnita può infatti trasformarsi in un problema grave, soprattutto se sottovalutata. Se l’infezione cresce, ecco che infatti il dolore può diventare intenso, l’unghia difficile da liberare dalla cute e può diventare necessario l’intervento chirurgico.
Le operazioni chirurgiche diffuse in passato, oggi considerate obsolete
Come abbiamo appena visto, l’operazione chirurgica è necessaria nei casi in assoluto più gravi, quando altri interventi non hanno portato al risultato sperato, quando il dolore è insopportabile e l’infezione ormai molto estesa, quando non ci sono altre soluzioni da poter far scendere in campo.
Un tempo si procedeva con la matricectomia totale, che comporta l’asportazione della matrice ungueale. Questo trattamento è oggi considerato obsolete, perché fa sì che l’unghia non possa ricrescere o possa farlo solo in parte. Si tratta di una tecnica considerata anche del tutto inutile e controproducente, dato che può capitare che le unghie ricrescano comunque e in un modo del tutto inadeguato alla funzionalità del piede.
Anche gli interventi di onicectomia parziale, seppur meno invasivi in quanto comportano la sola aperta delle estremità laterali, un tempo erano molto diffusi e sono invece oggi considerati piuttosto obsoleti. Non permettono infatti di eliminare in modo efficace la matrice malata ed è anche possibile che nel giro di qualche mese il soggetto possa cadere in recidive.